23/01/18

Franchincenso


Il franchincenso è una resina aromatica ricavata da alcune specie del genere Boswellia (es. Boswellia thuriferaB. sacraBoswellia frereanaBoswellia bhaw-dajiana). Viene utilizzato nell'incenso e nei profumi.
Il franchincenso (il cui nome fa riferimento alla sua preminenza come "vero" o "franco" incenso) è noto anche come olibano, termine che deriva dall'arabo al-lubán ("il latte"), un riferimento alla sostanza lattiginosa estratta dall'albero. Alcuni testi specificano che l'olibano si estrae dalla Boswellia serrata e presenta un caratteristico profumo agrumato ma a livello commerciale la distinzione è alquanto aleatoria. Sono disponibili diversi tipi di franchincenso a seconda della specie di pianta e dell'epoca di raccolta.

Note storiche

Il franchincenso veniva usato nei riti religiosi. Nel Vangelo secondo Matteo 2:11, oro, (franch) incenso e mirra erano i tre doni offerti a Gesù dai Re Magi provenienti da oriente. Lo sviluppo della cristianità depresse il mercato del franchincenso durante il IV secolo, la desertificazione rese più difficile la percorrenza delle rotte carovaniere che passavano attraverso il deserto del Rub' al-Khali, in Arabia, e le crescenti incursioni dei nomadi Parti nel Vicino Oriente fecero sì che il commercio del franchincenso si riducesse ai minimi termini dopo il 300.
Si narra che l'imperatore romano Nerone abbia bruciato un quantitativo di franchincenso pari al fabbisogno di un anno della città di Roma, in occasione dei funerale della moglie Poppea.
La città perduta di Ubar (Wabar), talvolta identificata con Iram delle Colonne (Iram Dhāt al-‘Imād), nell'odierno Oman, si ritiene sia stata un centro del commercio del franchincenso lungo la recentemente riscoperta "via dell'incenso". Ubar venne riscoperta agli inizi degli anni novanta e vi si stanno attualmente effettuando scavi archeologici.

Composti chimici

Struttura dell'acido β-boswellico, uno dei composti del franchincenso
Alcuni dei composti chimici del franchincenso sono:

Usi

  • Può essere utilizzato come antisettico assumendolo per mezzo di inalazioni.[3]

Note

  1. a b c Olibanum.—Frankincense., www.henriettesherbal.com. URL consultato il 22 aprile 2010.
  2. a b c Farmacy Query, www.ars-grin.gov. URL consultato il 14 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2004).
  3. ^ Roberto Michele Suozzi, Le piante medicinali, Newton&Compton, Roma, 1994, pag. 45.

Voci correlate

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22/01/18

Boswellia sacra


Boswellia sacra appartiene alla famiglia delle Burseraceae. È una delle specie più note del genere Boswellia, soprattutto per l'ottima qualità dell'incenso (franchincenso) che essa produce. La specie è oggi presente, seppure con consistenza minore rispetto al passato, nell'Oman meridionale (Dhofar), nel sud-est dello Yemen e nel Nord della Somalia (Corno d'Africa); in quest'ultima regione, oltre a B. sacra, è presente anche B. frereana (syn.: B. carterii), un'altra specie che produce incenso di ottima qualità.
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineSapindales
FamigliaBurseraceae
GenereBoswellia
SpecieB. sacra
Nomenclatura binomiale
Boswellia sacra

Descrizione

Boswellia sacra è un albero deciduo alto da 2 ad 8 metri, con uno o più tronchi che si ramificano a breve altezza dal suolo, assumendo la forma di un cono rovesciato; nelle piante molto vecchie i rami si allargano, quasi adagiandosi al suolo per cui la chioma assume una forma emisferica. La corteccia presenta uno strato superficiale papiraceo che si desquama con facilità e può essere facilmente rimosso in sottili strisce pellicolari. Le foglie sono composte, imparipennate, con 6-8 paia di foglioline sessili disposte in due file laterali, con margine crenato-ondulato. I fiori sono riuniti in infiorescenze racemose; sono piccoli (7–9 mm in diametro), con calice verde 5-dentato, corolla di 5 petali liberi bianchi, 10 stami e 1 pistillo; alla base dell'ovario è presente un disco nettarifero lobato, di colore giallo nel fiore giovane, poi arancione e infine rosso scuro nel fiore vecchio. Il frutto è una capsula obovoide (8–12 mm x 6–7 mm), con apice acuto, costituita da 3-5 valve ognuna contenente un seme.

Biologia riproduttiva

Fiori con disco nettarifero di varie colorazioni, dal giallo al rosso scuro
L'impollinazione è effettuata da numerosi insetti fra cui ditteri e imenotteri che sono attratti soprattutto dai fiori giovani, con disco giallo e arancione dove il polline e il nettare sono abbondanti; il cambiamento di colore del disco nettarifero sembra avere lo scopo di indirizzare gli impollinatori verso fiori con polline maturo e stigma recettivo rendendo questi ultimi maggiormente remunerativi sia in termini di polline che di nettare. Così gli insetti vengono attirati principalmente dai fiori con disco nettarifero giallo e, in seconda istanza, da quelli con disco nettarifero arancione, mentre vengono evitati i fiori vecchi con disco rosso scuro, ormai privi di polline e di nettare e dove l'ovario si sta già trasformando in frutto. In questo modo la pianta si assicura un più efficiente servizio di trasporto del polline da una fiore all'altro e un maggiore successo ai fini riproduttivi; è stato notato che la variazione di colore del disco nettarifero, da giallo a rosso-scuro, avviene in circa 15 ore[1].

Areale di Boswellia sacra[modifica | modifica wikitesto]

Areale di Boswellia sacra
Specie presente nel SE dello Yemen, in Oman meridionale (Dhofar) e nel nord della Somalia (Corno d'Africa). Per una distribuzione dettagliata cfr. le seguenti voci bibliografiche:[2],[3],[4].

Incenso

Raccolta della resina

La raccolta dell'incenso inizia ad aprile. Si utilizza un attrezzo chiamato menghaf, una specie di scalpello affilato da un lato per decorticare i rami e non affilato dall'altro per raccogliere la resina. Con il “menghaf” si producono da 10 a 30 decorticazioni ovali (4–8 cm) sui rami più robusti della pianta; dalle aree decorticate essuda resina di colore bianco che progressivamente solidifica all'aria. La resina viene lasciata fluire per due o tre settimane, dopodiché inizia ad essere raccolta; tuttavia questa prima resina è poco abbondante e di qualità mediocre. Le decorticazioni vengono ripulite e dopo due settimane inizia la seconda raccolta che produce incenso in abbondanza e di qualità migliore della prima. La resina viene raccolta con lo stesso sistema tre o quattro volte nell'anno, fino ad ottobre, quando l'albero viene lasciato a riposo fino alla successiva stagione.

Classificazione incenso

In Dhofar l'incenso viene classificato in quattro classi, a seconda della sua qualità che dipenda anche dall'ambiente dove crescono le piante[5]: Elhojari: 1ªqualità (la migliore), Dhofar orientale (Montagne di Hasik) - Elnajdi; 2° qualità, area del Najd, montagne del Dhofar centro-settentrionale - El Shazri: 3° qualità, Dhofar occidentale, nell'area compresa fra El Najd e l'area delle precipitazioni monsoniche - Eslshabi: 4° qualità, fascia costiera, parzialmente influenzata dalle piogge monsoniche. Anche in Yemen, nelle regioni dell'Hadramaut e di Mahra dove cresce B. sacra, la raccolta dell'incenso si fa con il menghaf e con le stesse modalita usate in Somalia e nel Dhofar[6]. Gli alberi di B. sacra iniziano a produrre la resina dopo circa 8-10 anni.[7]

Uso della resina di Boswellia sacra

La resina è utilizzata da millenni in riti religiosi.Le sue proprietà terapeutiche sono riconosciute sia dalla medicina occidentale sia da altre forme di medicina come l'Ayurveda.

Conservazione e mantenimento delle cenosi di Boswellia sacra

Danni provocati dal pascolo e dal fuoco
Danni provocati dal taglio dei rami
Nei tempi antichi, l'incenso è stato uno dei prodotti maggiormente remunerativi, sul cui commercio si basavano le economie di molti paesi della Penisola arabica e dell'Africa orientale. Le fonti storiche ci fanno intravedere una elevata produzione ed esportazione di questa resina (di migliaia di tonnellate per anno) verso i paesi dell'India e del Mediterraneo. Nei tempi attuali invece produzione ed esportazione di incenso sembrano aver subito una forte riduzione rispetto al passato; i dati più recenti, degli ultimi trenta anni, convalidano una tendenza negativa nella produzione e nel commercio dell'incenso. I motivi di questo declino dipendono da molteplici cause, alcune di ordine naturale, altre più legate all'azione dell'uomo; i loro effetti combinati hanno provocato una forte rarefazione delle piante in natura, causando di conseguenza anche una minore disponibilità di incenso. Fra le cause di riduzione delle cenosi naturali di Boswellia molte sono legate alle attività dell'uomo e al suo modo irrazionale di sfruttare l'ambiente; fra queste, il carico eccessivo del bestiame pascolante che impedisce la crescita delle giovani piantine che vengono mangiate, e che danneggia anche le piante adulte, i cui rami vengono brucati e non hanno la possibilità di svilupparsi normalmente; oppure il taglio dei rami delle piante per ricavare legna da ardere e per costruire ricoveri o, ancora, la conversione delle aree naturali in terreni coltivati con disboscamenti totali e, infine, l'uso di metodi impropri di raccolta dell'incenso con eccessivo sfruttamento delle piante e loro indebolimento per mancanza di periodi di riposo adeguati. Oltre a ciò, la rarefazione delle cenosi a Boswellia dipende anche dall'aumento dell'aridità climatica e dalla sempre minore quantità di precipitazioni che in questi ultimi decenni hanno afflitto molti paesi dove vivono gli alberi dell'incenso, causando l'indebolimento progressivo delle piante fino alla morte per essiccamento. Gli effetti negativi di tutti questi fattori sulle piante di incenso riducono la germinabilità dei semi al 16%, mentre le piante non danneggiate producono semi con una fertilità superiore all'80%.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ M. Mariotti Lippi, C. Giuliani, T. Gonnelli, L. Maleci Bini, Floral color changes in Boswellia sacra Flueck. (Burseraceae): a dialogue between plant and pollinator, Flora 206: 821.826, 2011
  2. ^ T. Monod, Les arbres à incense (Boswellia sacra Flückiger, 1867) dans le Hadramaout (Yémen du sud), Bull. Mus. Nat. Hist. Nat. Paris 4a sér., sect. B 1: 131-169, 1979
  3. ^ M. Thulin, A.M. Warfa, The frankincense trees (Boswellia ssp, Burseraceae) of northern Somalia and southern Arabia, Kew Bull. 42: 487-500, 1987
  4. ^ M. Raffaelli, M. Tardelli, L'incenso fra mito e realtà, Centro Studi Erbario Tropicale pubbl. n. 108, Firenze, 2007, pp. 1-80
  5. ^ A.S. Elqassani, Dhofar the land of frankincense, Intern. Printing Press, Ruwi, Sultanate of Oman, 1894
  6. ^ T. Monod, Les arbres à incens (Boswellia sacra Flückiger, 1867) dans le Hadramaout (Yémen du Sud), Bull. Mus. Hist. Nat., Paris, 4° ser.,Sect. B, 1: 131-169, 1979
  7. ^ Omani World Heritage Sites [en], www.omanwhs.gov.om. URL consultato il 14 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2008).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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20/01/18

Boswellia




Boswellia Roxb. ex Colebr. è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Burseraceae.
Questo genere comprende una trentina di specie distribuite in Africa, nella Penisola Arabica e in India; 9 specie sono presenti nell'Africa continentale, 7 nell'isola di Socotra e 2 in India[senza fonte]. Le specie note per la produzione di incenso sono Boswellia sacra (OmanYemen e N Somalia), B. frereana (N Somalia), B. papyrifera (principalmente diffusa in Eritrea ed Etiopia, ma sporadicamente presente anche in Uganda, NE Nigeria, Repubblica Centro Africana e Chad) e B. serrata (India). Le rimanenti specie non sono sfruttate commercialmente per la produzione dell'incenso (se non dalle popolazioni locali, in maniera saltuaria). Degno di interesse è il fatto che nell'isola di Socotra siano presenti ben 7 specie di Boswellia, la maggiore concentrazione in rapporto alla modesta superficie dell'Isola, a conferma dell'importanza di Socotra come centro attivo di speciazione.

Boswellia sacra: disegno originale di Carter (1847)
L'incenso è una gommoresina che essuda dalla corteccia delle piante di Boswellia; la raccolta si effettua producendo delle decorticazioni ovali sui rami usando un attrezzo che si chiama menghaf, una specie di scalpello affilato da un lato per decorticare i rami e non affilato dall'altro per raccogliere la resina. Le specie che producono incenso della migliore qualità sono B. sacraB. frereana e B. papyrifera. La resina viene selezionata in quattro o cinque gradi di qualità a seconda della grandezza dei grani essiccati, del colore e della purezza; la qualità dipende anche dal periodo di raccolta e dall'ambiente dove crescono le piante.
L'incenso, al di là dei suoi impieghi nelle cerimonie tradizionali e nella medicina popolare dei paesi di produzione, è anche richiesto in molti mercati del vecchio e nuovo continente perché utilizzato in molte manifestazioni della vita religiosa e sociale e in svariati campi, dall'industria dei profumi a quella farmaceutica. Una parte consistente della gommoresina è costituita da polisaccaridi, fra cui galattosio e arabinosio, mentre il resto è formato da acidi pentaciclici, responsabili del profumo, i cosiddetti acidi boswellici. Benché l'incenso sia conosciuto e sia stato utilizzato presso tutte le grandi civiltà mediterranee e medio-orientali da più di 3500 anni, le piante che lo producono sono state scoperte e descritte solo da qualche secolo: la pianta dell'Etiopia è stata scoperta nel 1805 a Tecazze (Etiopia) e descritta come B. papyrifera nel 1843; la pianta della Penisola Arabica è stata osservata per la prima volta nel 1844 presso Mirbat (Dhofar), poi nel 1846 a Ras Fartak, lungo le coste dello Yemen e descritta come B. sacra solo nel 1867. È davvero sorprendente che per tanti secoli sia avuta una completa ignoranza della fonte (l'albero) di un prodotto (l'incenso) così largamente utilizzato e ricercato! La maggioranza delle specie di Boswellia presenta foglie composte imparipennate, caduche. La caducità è legata a periodi di riposo per estivazione, cioè la pianta va a riposo, perdendo le foglie e sospendendo la fase vitale, nel periodo più caldo ed arido.

Specie

Specie dell'Isola di Socotra
  • L'Isola di Socotra con soli 3.800 km² di superficie è un territorio di ben modesta estensione se paragonato all'Arabia meridionale, all'Africa e all'India. Tuttavia essa possiede ben 7 specie di Boswellia, tutte endemiche, dimostrandosi così un attivo centro di differenziazione di questo genere. Le specie presenti sull'Isola sono: Boswellia socotrana Balf.f., B. nana Hepper, B. popoviana Hepper, B. ameero Balf.f., B. elongata Balf.f., B. dioscoridis Thulin e B. bullata Thulin; queste ultime due scoperte e descritte nel 2001 da Mats Thulin, eminente botanico svedese. Attualmente l'incenso prodotto dalle specie di Socotra ha un uso solo locale, nelle moschee o nella medicina popolare, masticato come tonico per i disturbi dello stomaco o usato per otturazioni dentarie; il suo commercio è di scarsa importanza economica, talora viene venduto nei mercati locali o inviato in regalo agli emigrati in Oman o negli Emirati.
Specie della Somalia, Yemen e Oman
  • Boswellia sacra Flueck. - Specie presente nel Nord della Somalia (Corno d'Africa), nel SE dello Yemen (Hadramaut e Mahra) e nel Dhofar (Oman meridionale). Produce incenso di ottima qualità (chiamato "beyo"). Vai alla pagina!
Specie della Somalia
  • Boswellia frereana Birdw. - N Somalia, versanti rocciosi e valloni dal livello del mare fino a 750–1000 m, su rupi e creste calcaree; caratteristica di questa specie è la parte basale del tronco che si allarga a ventosa attaccandosi saldamente alla roccia, anche su pareti quasi verticali; spesso questa parte basale appare biancastra perché ricoperta dall'eccesso della resina colata lungo il tronco. La resina di B. frereana, chiamata “maidi” , oltre ad essere usata come incenso, è anche masticata ed utilizzata nella medicina popolare.
  • Boswellia globosa Thulin - N Somalia: specie descritta da Thulin nel 2006 , nota al momento per una sola località vicino a Togga Horgobble, sul versante calcareo di M. Iddie, boscaglia semidesertica, alt. 150–250 m.
Specie dell'Etiopia
  • Boswellia ogadensis Vollesen - Etiopia: regione di Harerge, sui versanti calcarei della boscaglia ad Acacia-Commiphora, 300–400 m, in località Kelafo. Nessuna informazione su produzione e utilizzo della resina.
  • Boswellia pirottae Chiov. - Etiopia: regioni di Gonder, Gojam, Welo e Shewa, nell'area dei bacini dei fiumi Tekeze, Abay e Gibe. Sporadica nelle boscaglie di Commiphora- Combretum e Acacia-Lannea, su versanti rocciosi ripidi, fra 1200 e 1800 m. Nessuna informazione su produzione e utilizzo.
Specie dell'Etiopia, Somalia e Kenya
  • Boswellia rivae Engl. - Etiopia sud orientale: regioni di Sidamo, Bale, Harerge, nelle boscaglie di Acacia-Commiphora, su sabbie rosse o suoli sassosi calcarei, fra 250 e 800 m - Kenya: Daua valley, boscaglie di Acacia-Commiphora su colline calcaree, fra 270 e 750 m - Somalia: regioni di Woqooyi, Sanaag, Mudug, Galguduud, Hiiraan, Bakool, Gedo, Bay, nelle boscaglie aperte di Acacia-Commiphora, spesso su creste rocciose calcaree, fra 200 e 920 m. La resina trasuda naturalmente in piccole quantità, rapprendendosi in grani odoranti di incenso ed è usata localmente come incenso ed è anche masticata.
  • Boswellia microphylla Chiov. - Etiopia sud orientale: regioni di Sidamo, Bale, Harerge, nelle praterie alberate e boscaglie di Acacia-Commiphora, su suoli sabbioso-ghiaiosi calcarei, fra 400 e 1300 m - Somalia: oltre-Giuba, ai pozzi di Dubbo e regione di Gedo e Bay, fra Dorianle e Oneiatta - NE Kenya: Moyale, Dandu, War Gedud e Wajir, nelle boscaglie di Acacia-Commiphora su creste e versanti rocciosi, su suoli di sabbie rosse, fra 220 e 750 m. La resina ha un uso locale come incenso.
Specie ad ampia distribuzione in Africa
  • Boswellia neglecta S. Moore - Kenya: Garissa, Meru National Park, a nord di Kenmare, distretto di Teita, Duruma-Teita, Bura Hills, nelle boscaglie di Acacia-Commiphora su suoli lavici e suoli rossi sabbiosi, fra 200 e 1350 m - NE Uganda, distretto di Karamoja nei pressi di Moroto - NE Tanzania, distretti di Moshi, Lago Chala, Pare, Mkomazi, Lushoto, Kivingo - SE Etiopia: regioni di Gamo, Gofa, Sidamo, Bale e Harerge, boschi, praterie alberate e boscaglie di Acacia-Commiphora, su suoli rossi sabbiosi giacenti su calcare, ma anche su rocce basiche; alt. 600–1750 m; distretto di Liban, fra i fiumi Genale e Dawa - Somalia: regioni di Woqooyi, Galbeed, Togdheer, Mudug, Galguduud, Hiiran, Bakool, Gedo, Bay, Banaadir, nelle boscaglie di Acacia-Commiphora su suoli di sabbie rosse, spesso su calcare, ma anche su suoli gessosi o alluvionali, fra 130 e 990 m. La resina ha un uso locale come incenso ed anche per impermeabilizzare contenitori d'acqua.
  • Boswellia papyrifera (Del.) Hochst. - Eritrea sud-occidentale e meridionale: pianure, montagne e altopiani fra 600 e 1800 m - Etiopia: regioni del Tigray, Amhara, Gonder, Gojam, Welega, Welo, Shewa, fra 950 e1800 m. Questa specie è segnalata anche in Nigeria, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Sudan, Uganda. Molti autori includono in B. papyrifera anche B. dalzielii Huch., una specie ancora poco nota presente in Burkina Faso e Camerun. La resina costituisce l'incenso etiopico ed è largamente raccolta in Etiopia e in Eritrea. È di qualità inferiore rispetto alla resina che si ottiene da Boswellia sacra e da B. frereana, ma viene raccolta ed esportata in grandi quantità.
Specie dell'India
  • Boswellia serrata Roxb. ex Colebr. - India: ampiamente distribuita su tutto il territorio, maggiormente concentrata negli Stati del Madhya Pradesh e del Rajastan, dove forma lembi di foresta quasi pura[7]. L'incenso è usato soprattutto nella medicina popolare per la preparazione di unguenti contro le piaghe e le eruzioni della pelle.
  • Boswellia ovalifoliolata Balakr. & Henry - India: specie endemica degli Eastern Ghats, negli Stati di Orissa, Andhra Pradesh e Tamil Nadu, fra 0 e 300 m. La resina, giallo-pallida, viene usata dalle popolazioni locali per curare varie malattie come ulcere della bocca, dello stomaco, dissenteria ameboide e idrocele La raccolta eccessiva della resina da parte dei locali ha indebolito le piante provocando la loro rarefazione; questa specie è riportata nel libro rosso CITES come "endangered" (specie in pericolo di estinzione).

Usi terapeutici

La Boswellia viene utilizzata in medicina ayurvedica nei trattamenti per il diabete, per la febbre e alcune patologia cardiovascolari, dermatologiche e neurologiche. Agli acidi boswellici vengono attribuite proprietà antinfiammatorie, antireumatiche e antidolorifiche, perciò sono indicati per combattere l'artrosi e anche l'artrite reumatoide in fase iniziale, in quanto bloccano la formazione dei leucotrieni (inibendo l'enzima 5-lipossigenasi), responsabili e mediatori chimici dell'infiammazione. L'incenso si è rivelato utile anche in altre patologie croniche come l'asma bronchiale e la colite ulcerosa.

Bibliografia

  • Flora of Ethiopia:Burseraceae, Vol. 3, pp. 442–478, Addis Ababa, Asmara, Upsala, 1989
  • Flora of Somalia: Burseraceae, Vol. 2, pp. 183–228, Royal Bot. Gardens, Kew, 1999.
  • Flora of Tropical East Africa, Burseraceae, pp. 1–94, A.A. Balkema, Rotterdam, Brookfield, 1991.
  • Mauro Raffaelli e Marcello Tardelli, "L'incenso fra mito e realtà", Firenze, Centro Studi Erbario Tropicale, pubbl. n. 108, 2007.

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